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Zingaretti: siamo alle buffonate Il presidente democratico della Provincia: è il fallimento del federalismo Sulle riforme Bisogna non c’è nulla spostare e allora ricorrono poteri reali alle foglie di fico in penferia di MAURO EVANGELISTI ROMA-

«Una buffonata. Questa storia dei ministeri a Milano sta diventando una buffonata». Chi è affezionato allo stereotipo che vuole Nicola Zingaretti, presidente della Provincia di Roma e uomo forte del Pd, troppo prudente, resta deluso. Sul nuovo annuncio di apertura di uffici di rappresentanza dei ministeri a Milano ieri ha usato toni accesi. «Ma lo dico da italiano, non da romano. E una buffonata perché si sprecherebbero soldi e sarebbe uno schiaffo all’efficienza». Cosa c’è di sbagliato nell’apertura di qualche ufficio vicino al Duomo di Milano? «Se fosse vero, la prima cosa che mi verrebbe in mente – da italiano, lo ripeto – è che siamo di fronte al fallimento del federalismo. Questa legislatura, ricordiamolo, si era aperta con grandi annunci sul federalismo. Doveva essere una sfida per la modernizzazione delle Stato e sostanzialmente è tuttc fermo al palo. E di cosa parliamo? Dell’apertura di qualche ufficio a Milano». Perché parla di fallimento del federalismo? «Perché questa storia dei ministeri a Milano sembra tantc una foglia di fico per nascondere il fatto che non c’è ancora nulla, non ci sono i decreti attuativi. E dal punto di vista economico nulla è stato chiarito». Gli uffici dei ministeri a Milano non possono essere un modo per essere più vicini ai cittadini? «L’obiettivo è rendere più efficiente lo Stato. Noi avremmo bisogno di un moderno stato federale, con decentramento dei poteri alle regioni. Non ci serve uno Stato centralista che non cambia nulla e apre qualche ufficio a Milano. Ecco perché parlo senza mezzi termini di una buffonata». Anche perché nuove sedi significano anche maggiori spese. «Ovviamente, ma non c’è solo questo. Lo dico in un altro modo: dobbiamo spostare i poteri alle comunità locali, non trasferire burocrati o funzionari. Questo serve a ben poco». In questa vicenda rischiano di pesare gli equilibri nel rapporto fra Pdl e Lega, divenuti ancora più delicati dopo le ultime elezioni amministrative e la sconfitta di Letizia Moratti a Milano? xSe Lega e Pdl pensano di rispondere al risultato elettorale delle amministrative con questa buffonata dico una sola cosa: errare è umano, perseverare è diabolico». Le istituzioni romane e laziali sapranno trovare l’unità per fermare questo progetto? xDobbiamo mobilitare non so-o Roma, ma tutti i Comuni e tutte le Regioni. Dobbiamo 3retendere uno Stato più moierno e federale, non una innovazione fatta solo di chiacchiere. Noi vogliamo riaccendere ‘Italia, altro che aprire degli .iffici. Poi, certo, per Roma c’è in problema in più: è indecente che Roma ancora una volta jiventi merce di scambio. Ri,ordo il presidente del Consi;lio quando venne nell’aula Giulio Cesare, in Campido;lio, a promettere tutto: più 3oteri, più soldi. Bene, stiamo rncora aspettando. L’orologio S fermo ad allora, i poteri non i abbiamo ancora visti. E invex si sta mettendo in discussioie il ruolo di Capitale».

ZINGARETTI: LA VICENDA DEI MINISTERIE DIMOSTRA LO SFASCIO DEL CENTRODESTRA

“Un netto no allo spostamento al nord non solo dei Ministeri ma anche dei dipartimenti e la necessità di un patto Roma-Milano di rivendicazione verso il governo per un coraggioso decentramento dei poteri”. Lo dice, riferisce una nota della Provincia, il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti in un’ intervista pubblicata oggi da ‘ Il Messaggero’.
“Spostare la strutture statali in periferia – dice Zingaretti – è il segno del fallimento di una ipotesi federale, perché il federalismo voleva dire delegare i poteri dello Stato ai livelli delle autonomie. Abbiamo il paradosso che i poteri periferici non sono stati decentrati e si vuole geograficamente collocare lo Stato in periferia. Intendimento del tutto
folle, che da un lato provoca un sicuro aumento della spesa pubblica e poi non è praticabile visto che occorrerebbero decenni. Sono chiacchiere in libertà”.
Secondo Zingaretti la proposta di trasferimento è il segnale della crisi della Lega e del centrodestra:  “che sul federalismo – continua – non hanno rispettato le scadenze, fallendo anche sul tema del trasferimento dei poteri alla Capitale”. “La cosa ridicola per un potenza economica come l’ Italia – aggiunge Zingaretti – è che stiamo discutendo di cose senza senso come
il trasferimento dei Ministeri. Questa sceneggiata della destra o è trasformismo allo stato puro e dunque al Nord si dice una cosa e al Sud un’ altra confidando in una palese doppiezza, oppure, come io credo, siamo di fronte allo sfascio di una maggioranza politica anche su questo punto della riforma dello Stato”.
Per il Presidente della Provincia quindi le proposte della Lega sono “il segno della degenerazione di una classe dirigente. Il federalismo fiscale prevedeva delle scadenze che non sono state rispettate:  la nuova carta delle autonomie è ferma e a parte il cambio del nome, su Roma capitale il secondo decreto, quello sui poteri, è un desaparecido”. “Questa legislatura –
conclude Zingaretti – cominciò con un ingresso trionfante di Berlusconi nell’ aula Giulio Cesare del Campidoglio dove annunciò la riforma di Roma Capitale. Tre anni dopo non solo quei poteri non sono arrivati ma addirittura è messa in discussione la funzionalità dello Stato. Bilancio davvero deludente. Stiamo assistendo alla rappresentazione della fine del
centrodestra italiano”.